Psicodramma
COS’È LO PSICODRAMMA?
Lo psicodramma è un metodo d’azione e una forma di psicoterapia, in cui i partecipanti esplorano emozioni e vissuti personali attraverso la drammatizzazione teatrale.
Lo Psicodramma, nasce specificamente come terapia di gruppo. Moreno, il suo ideatore, fu infatti il primo storicamente a parlare specificamente di “psicoterapia di gruppo” o meglio “psicoterapia in gruppo”
Lo Psicodramma è un metodo di lavoro di gruppo che sfrutta la messa in scena di tipo teatrale del proprio vissuto, più o meno problematico, per giungerne alla rielaborazione e, nel caso di conflitti e problemi, alla loro risoluzione attraverso la possibilità di rivedere e rivivere il proprio problema sia dall’interno come protagonista, sia dall’esterno, come spettatore.
Tale procedura psicodrammatica permette quindi di mettere a confronto ciò che effettivamente proviamo, dando così la possibilità di una rielaborazione e presa di coscienza successiva.
La rielaborazione viene favorita dalla possibilità ulteriore, intrinseca alla metodologia psicodrammatica, di veder interpretato il ruolo messo in scena inizialmente dal protagonista, successivamente interpretato da un altro membro del gruppo e poter quindi osservare l’interazione dall’esterno, come spettatore di sé stesso, riuscendo così a notare sfumature della propria e dell’altrui interazione che dall’interno, come sul piano reale, erano magari sfuggite.
All’interno di una sessione psicodrammatica si possono osservare e sperimentare vari fenomeni, normalmente interrelati fra di loro, quali la catarsi, intesa come liberazione delle emozioni legate ad un vissuto più o meno profondo; la presa di coscienza (insight) di contenuti rimasti fino a quel momento latenti all’interno della propria consapevolezza; la ripetizione attiva dell’esperienza più o meno traumatica; la rielaborazione del proprio vissuto, eccetera.
ADATTO PER:



COME SI SVOLGE?
Uno psicodramma può essere costituito da una singola sessione, da un numero prefissato di sessioni o, come nel caso della psicoterapia, da un numero indefinito. In tal caso si parla di gruppo continuativo.
Ogni singola sessione deve avere tuttavia una sua compiutezza, e i partecipanti devono giungere al termine con una sensazione di benessere e di integrazione.
La singola sessione può durare da 90 minuti a 2 ore, ed è composta di tre momenti fondamentali: riscaldamento, azione, partecipazione.
Scopo del riscaldamento è quello di focalizzare i partecipanti sul qui ed ora della sessione, di sviluppare attivamente la loro spontaneità e creatività, e di creare relazioni di tele (che Moreno definisce come comprensione, affiatamento ed empatia reciproca)
Il tempo dell’azione è la parte fondamentale della sessione: essa consiste nella messa in scena di un episodio, un sogno, una fantasia, un vissuto personale o del gruppo. La messa in scena viene guidata dal direttore, che si trasforma in un vero e proprio regista, utilizzando specifiche tecniche (a partire dal role playing, l’inversione di ruolo, il doppiaggio, il soliloquio, lo specchio, ), fino a culminare nella fase di catarsi e ristrutturazione del conflitto.
Durante la fase di partecipazione ( condivisione) , infine, coloro che hanno assistito alla scena offrono al protagonista una condivisione dei vissuti espressi, verbalizzando ciò che nella scena ha avuto significato per loro e per la loro storia personale. Quest’ultima fase è talvolta seguita da un momento di integrazione gestito dal direttore.
QUANDO PUÒ ESSERE UTILE?
Poiché la tecnica enfatizza il corpo e l’azione, così come l’emozione e il pensiero, è considerata una tecnica olistica e si ritiene che sia efficace per una vasta gamma di problemi. Gli individui che hanno difficoltà nelle relazioni, problemi nella funzione sociale ed emotiva, che hanno subito traumi, soffrono di disturbi alimentari, hanno scarsa autostima ecc., potrebbero trovare un approccio utile nello psicodramma. L’obiettivo dichiarato è un ‘riaddestramento ai ruoli’, cioè prepararsi a svolgere ruoli diversi, con la libertà di uscire dal circolo vizioso della ripetizione di altri ruoli in cui il soggetto pensa di aver fallito.
Può quindi essere utilizzata in ambito clinico, educativo, in ambito aziendale per rendere la formazione più efficace.